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La “democrazia” e la trasparenza dell’anatomopatologo

.. Scrive Vittorio Zucconi, oggi su Repubblica.it:

“Nella civiltà della immagini, non si può restare senza immagini senza generare mostri, sapendo che comunque potranno affiorare o, peggio, essere falsificate da mani interessate a screditarlo. La trasparenza è il prezzo durissimo che le democrazie vere pagano a se stesse, per restare tali. ” Il resto è qui.

Bone cages

L’articolo, ascoltato in radio, mi ha convinto. Almeno per  un pò.

La tesi è che alle democrazie serve la trasparenza; e quindi immagino che anche i vari “wikileaks” e la rete abbiano,  in questo senso,  un ruolo potente. Tesi condivisibile e attraente.

Resta la domanda che mi tormenta: fino a che punto la trasparenza della democrazia ha solo diritti?

La trasparenza s-vela, denuda, denuncia, mostra, evidenzia – con apparente pudore – ciò che si vede attra-verso. Ma la trasparenza delle immagini, immagini da anatomopatologo sono ciò che davvero ci occorre?

I morti, anche simbolicamente,  da sempre sono coperti, velati, chiusi, nascosti e protetti. Noi siamo protetti dalla vista della morte.

Anche se è certo che  i vari CSI e Criminalminds e Dexter dovrebbero avere guidato i nostri occhi a osservare  il fondo oscuro della morte, dei corpi frammentati.

Non ho una risposta di alcun genere. Mi basta sapere che Bin Laden è morto, sento che è importante anche il come; non in un processo e nemmeno armato (se questo sarà appurato). Ragioneremo su questo.

Non mi pare (ci) serva lo strazio svelato dei corpi, il dettaglio che sono il patologo dovrebbe vedere e tradurre in un rapporto. Al limite solo la voce potrebbe narrare, elencare come solo una voce può fare. Non è vero che la vista e le immagini sono la “verità”, possono mentire, almeno come la voce.

In più la vista è molto più intrusiva, penetrante, invadente.

Infine culturalmente l’esposizione dei corpi trucidati è un ricordo di una barbarie antica.

Davvero vogliamo che sia questa la democrazia moderna in cui ci riconosciamo.


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Reti, acquisti, servizi, consapevolezza, marketing virali, mamme blogger e altre quisquilie non secondarie…

Vabbè .. è un post da smarronamento.

Imho.

Abbiate pazienza.

Anche per il titolo in stile Wertmuller !!

 

Il tutto parte dal fatto che … un signore cortese (un redattore), incaricato da una rete televisiva maggiore, mi invia una mail per il blog famiglia a strati chiededomi se ho fra le mani qualche famigliola ricostituita ma simpatica allegra e senza problemi, in perfetto stile cesaroni, che possa partecipare ad una trasmissione tv sulle famiglie ricostituite. Cortesemente gli spiego che non è cosa, e lui altrettanto cortese si scusa, spiegandomi che gli autori delle trasmissioni TV gli chiedon le più ben strane cose.

Per me la tv è troppo spesso un tritacarne emotivo e fatico a pensarmi in relazione con essa, quindi il mio diniego è ovvio. E poi non ne conosco molte (via blog), mentre ne conosco bene le fatiche connesse.

Ma la questione non è semplicemente la TV, media maggiore e decisamente ormai virato allo splatter emotivo.

La questione o una delle questioni “necessarie” per ragionare in modo consapevole, e lo dico come blogger un pò più consolidata non nella fama 🙂 ma nel numero di blog personali o collettivi gestiti e siamo a quota otto (mica pastina eh….!), insomma il nucleo è proprio la relazione che intercorre tra rete web, web 2:0, media e pubblicità.

In particolare guardo alle strategie che il mondo dei consumi (anche la tv è un mondo/modo/veicolo di consumo) e delle vendite/marketing.

Trovo, ovviamente legittimo che ognuno pubblicizzi e tenti di vendere i propri prodotti, lo fa il mondo dell’equo e solidale, lo fa il mondo del biologico, lo fa il mondo dei servizi sociali, la sanità. Magari cambieranno i modi e gli stili, ma credo che lo scambio delle merci e dei servizi, sia una attività umana sostanziale, e caratterizzata da una logica di scambio anche di relazioni umane.

Si tratta di capirne i dosaggi.

Ci sono una serie di progetti per i quali vendere prodotti e servizi è una attività umana, imperniata sullo scambio e la comunicazione, che veicolano uno scambio di saperi, oltre che di beni o servizi. In altri casi si finge che la comunicazione, e la relazione sia uno strumento per “ingabolare” l’altro e vendergli qualcosa anche in assenza di un bisogno vero e proprio.  Ma se capisco bene è “roba” diversa.

Capirete che leggere una cosa così lascia perplessi “

2.       sviluppiamo l’equilibrio fra valore aggiunto e offerte commerciali dedicate
3.       creiamo meccanismi promozionali capaci di toccare le corde emotive dei network
4.       adottiamo dinamiche di diffusione virale costruite sulle relazioni"

Aoè! Volete toccare le corde emotive dei network? Io sono in netwok e alle mie corde emotive ci guardo bene, e anche alla viralità ci guardo con grande e attenta curiosità e altrettanta istintiva diffidenza.

Mi piace che c’è chi dice che i mercati sono conversazioni, perchè la conversazione è un arte, uno scambio, una possibilità paritaria di ragionare sulla qualità, e trovo che sia un modo diverso dalla sollecitazione brutale dell’emotività (vi ricordate lo splatter tv su Avetrana, c’est la meme chose!).

Trovo che il web 2.0 vada usato per quello che è, possiamo anche fare finta che i network siano consumatori passivi (e lo siamo??) come quelli tv, ma a contro prova di questo io ho letto quell’articolo, io leggo e seguo le discussioni sulle mamme blogger “usate” come tester di prodotti*.

* Si, la famosa casa delle caramelle mi ha invitato a parlare delle sue caramelle.  Ho dato un altro diniego, sia perchè odio le caramelle che non siano la Golia (ehhehe), e perchè decido io su cosa ho voglia di parlare bene o male. L’ho fatto e lo farò. Non per virtù ma perchè sono una testaccia dura!

Breve lista link a discussioni interessanti o luoghi interessanti

Etichettati-ti ne parlano come mamme non ads, cioè che non vogliono la pubblicità ..

da Vere mamme se ne parla sia come “esperti” in materia ma anche no, è un esempio innovativo e ibrido di un contenitori sia di riflessioni sul “marketing”, ma anche sulla maternità e molto altro ancora … (non si puù sintetizzare questo “luogo”)

 

P.s.

Sto lavorando per un progetto nelle scuole, e i nostri consulenti alla “progettazione”, almeno per una piccola parte, sono i genitori. I quali sono stati coinvolto per aiutarci a capire se quello che vogliamo offrire (in questo caso si tratta del materiale informativo sulla scuola che i figli frequentano) è chiaro e comprensibile. Insomma la logica 2.0 comincia ad essere qualcosa che permea la nostra cultura, la possibilità e la volontà di scambio, comunicazione, interazione diventa un passaggio necessario. Spesso anche nei servizi (scuola, minori, disabilità) gli enti gestori si sono sensibilizzati all’incontro con le richieste dei fruitori, a volte chiamati in partnership a dare voce ai loro bisogni, per progettare in modo più efficace e rispettoso.


2 commenti

La giustizia è indisponibile anche al sesso dei leader …

A me che il Presidente del Consiglio possa aver avuto rapporti sessuali con una minorenne non stupisce nemmeno troppo, in fondo lo scandalo Noemi Letizia, ci aveva allertato a sufficienza …

Ma mettiamoci il beneficio del dubbio, dell’uomo di Arcore il non sapere l’età della fanciulla e mettiamoci anche il ricatto, e la montatura mediatica … che dopo Avetrana (lo sappiamo bene) ogni porcheria è goduria pure per i giornali.

Insomma mettiamo che la faccenda pruriginosa del sesso finisca lì …

 

Ma è acclarato che la telefonata buonista ci sia stata, ammessa da entrambe le parti, e che (è noto) per eccesso di buonismo la fanciulla sia stata tirata fuori dalle mani della polizia, su richiesta dall’alto ….

Ecco che qui si snocciola il busillis … mettiamo che invece di avvenente fanciulla si fosse trattato di altro criminale, pure un omaccione perverso e cattivo ma che aveva abilmente intercettato le simpatie e la sua velleita di far del bene del capo del partito dell’amore? Ci sta, no?

Ugualmente, per via logico, sarebbe stata richiesto – anche per colui – un piccolo favore, lo svincolo dalle maglie della giustizia.

Magari lo si sarebbe descritto come il nipotino prediletto di Obama …

 

Ecco la giustizia (nei suoi gradi indagine, processo, pena), che ci tutela tutti, deve essere indisponibile alla velleità buonista di chiunque.

E questo lo capirebbe chiunque, non ci vuole grande intelligenza, per capire che la giustizia non è velleitaria ….