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Tane Orchi e Pollicini

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“Sequestri di stato. In Italia sono più di 32.000 i bambini che vengono chiusi nelle comunità o dati in affido a un’altra famiglia. Spesso per cause non del tutto giustificate. Così si moltiplicano le critiche contro assistenti sociali, psicologi e magistrati. Accusati di eccessivo interventismo e di perizie frettolose.

Ma soprattutto di alimentare un vero business. Che per alcuni vale più di un miliardo.”

DISCLAIMER

Ogni tanto balzano agli onori della cronaca notizie di errori giudiziari nei casi di allontanamento dei minori dalle loro famiglie; oppure questa famiglie si rivolgo ai media: giornali e contenitori tv (un trash box spesso) alla ricerca di un sostegno e una giustizia diversa. Detto ciò esistono casi di errori tragici qui, come nella sanità, nella scuola etc. Così come esistono davvero genitori “Orchi” che mai ammetteranno di essere davvero tanto Orchi.

Ma da alcuni media avviene un processo mediatico ai servizi di tutela dei minori; tant’è che viene la classica domanda: “cui prodest”. Devo ammettere che la medesima domanda me la pongo nei periodi in cui l’accanimento mediatico si rivolge alla Mala Sanità, periodi nei quali viene quasi timore di rivolgersi al medico per un banale antibiotico.

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Facciamo che il teorema espresso sia vero, quello che indica nella Giustizia un Orco mangia-bambini, che li divora per rispondere ad una logica economica e non di tutela.

Tenuto conto che dall’allontanamento di un minore non ci guadagnano direttamente i giudici, o gli assistenti sociali, o gli psicologi, che in quanto stipendiati non lavorano a cottimo, vien fuori una domanda facile facile … chi ci guadagna davvero?? E’ davvero un problema di guadagni?

L’Orco numero due è la fretta del giudizio, da parte di Assistenti Sociali e Psicologi, colpevoli di troppo interventismo e superficialità. E’ ovvio e banale, nonchè certo che ci siano casi di eccesso di intervento, esattamente come può essere il caso contrario, casi lasciati a languire in un cassetto per mesi, o per non “sbilanciare” un bilancio comunale, per assenza di tempo, per superficialità di giudizio al contrario (si vede solo la parte positiva e non quella negativa).

L’Orco numero tre è la famiglia lager, e vista come lager dagli operatori preposti alla valutazione. E gli operatori, come è ovvio, si devono assumere un ruolo da kapò. Insomma L’Orco è la polarizzazione spinta, tra bene e male, il che ovviamente presuppone una lotta epica e mai un incontro.

L’Orco numero quattro è la difficoltà reale di comprendere i modelli di una società complessa, di nuovi modelli familiari, di integrazioni malriuscite, di matrimoni che si sbriciolano, e del desiderio comune e collettivo che la Famiglia sia Sola ed Una, ed assomigli dannatamente a quella del “mulino bianco”. E è da Orchi anche il tentativo di tentativo di rendere tutto un pò più “bianco” e un pò più “mulino”.

L’Orco numero cinque è la dimensione del Potere che governa le nostre vite, amico o nemico, a seconda delle contingenze. Potere che ognuno vorrebbe vicino e amico per sentirsi legittimato e vorrebbe lontano quando questo rinnova la richiesta di responsabilità e pagamento di  qualche “dovuto”.

L’Orco numero sei è la valutazione che una società fa  dei propri lati bui, delle marginalizzazioni, delle sub-culture, delle zone d’ombra dei ghetti e dei “luoghi”, infine, che con le marginalità cercano un dialogo.

Infine ci sono i mille e mille Pollicini, i minori, la tutela, le famiglie, le professionalità, il dialogo, il confronto, la fatica di crescere e cambiare, e di concorrere a crescite e cambiamenti, c’è l’intelligenza delle scelte, un mondo/scenario mutevole e via discorrendo. Ossia tutto ciò che è piccolo, o non visto o non detto.

Infine una domanda: l’azione di Additare le Tane degli Orchi è la rivelazione della Nudità del Re? E’ l’atto di seminare le bricioline di pane per favorire la Fuga di Pollicino? Oppure che altro é?


2 commenti

cerchiamo di capire che …

Passando da japhy trovo un tema che mi è caro e un ritornare di link sulla comunicazione di genere.

Così mi fermo faccio il mio bel commentino e vado avanti. Poi incuriosita viaggio per blog e trovo questo.

Alla fine nasce questo post.

Perchè se da un lato c’è la comune reazione (più o meno “comune” visto che chi la TV produce non se ne da per inteso) ad un immaginario pubblicitario oramai poco tollerabile o comprensibile, dall’altra c’è anche una seria preoccupazione per ciò che la rete stessa, sui cui stiamo scrivendo e/o leggendo, offra così tanto ma anche facilmente contenuti pedopornografici o simili.

Vero è che legislativamente ci si muove ma la questione è anche (se c’è) chi insegna a guardare le immagini, che aiuta a declinarle, a leggerle interpretarle, e poi (se c’è) chi insegna da interpretare la rete, le immagini, i suoi contenuti la facilità di trovare e interpretare certi link e via dicendo.

Insomma tra la protesta, la libertà, l’eccesso, il reato, la repressione normativa manca una cosa qualcuno che pensi al futuro e che insegni a noi ma soprattutto ai più piccoli fruitori non solo il famoso abecedario e la divina commedia ma anche l’html o la geografia dei link … e via discorrendo.

Parlo della scuola. Si. Una scuola appena riformata, ad un modello obsoleto, purtroppo.

disclaimer

alcune delle immagini relative che si trovano relativamente ai bambini sulla comunicazione di genere sono decisamente perturbanti.

mi sono chiesta se mettere il link e ancora ho qualche dubbio ma credo sia importante sapere di quali immagini siamo spesso inconsapevoli fruitori, anche se adulti.