Ma soprattutto di alimentare un vero business. Che per alcuni vale più di un miliardo.”
DISCLAIMER
Ogni tanto balzano agli onori della cronaca notizie di errori giudiziari nei casi di allontanamento dei minori dalle loro famiglie; oppure questa famiglie si rivolgo ai media: giornali e contenitori tv (un trash box spesso) alla ricerca di un sostegno e una giustizia diversa. Detto ciò esistono casi di errori tragici qui, come nella sanità, nella scuola etc. Così come esistono davvero genitori “Orchi” che mai ammetteranno di essere davvero tanto Orchi.
Ma da alcuni media avviene un processo mediatico ai servizi di tutela dei minori; tant’è che viene la classica domanda: “cui prodest”. Devo ammettere che la medesima domanda me la pongo nei periodi in cui l’accanimento mediatico si rivolge alla Mala Sanità, periodi nei quali viene quasi timore di rivolgersi al medico per un banale antibiotico.
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Facciamo che il teorema espresso sia vero, quello che indica nella Giustizia un Orco mangia-bambini, che li divora per rispondere ad una logica economica e non di tutela.
Tenuto conto che dall’allontanamento di un minore non ci guadagnano direttamente i giudici, o gli assistenti sociali, o gli psicologi, che in quanto stipendiati non lavorano a cottimo, vien fuori una domanda facile facile … chi ci guadagna davvero?? E’ davvero un problema di guadagni?
L’Orco numero due è la fretta del giudizio, da parte di Assistenti Sociali e Psicologi, colpevoli di troppo interventismo e superficialità. E’ ovvio e banale, nonchè certo che ci siano casi di eccesso di intervento, esattamente come può essere il caso contrario, casi lasciati a languire in un cassetto per mesi, o per non “sbilanciare” un bilancio comunale, per assenza di tempo, per superficialità di giudizio al contrario (si vede solo la parte positiva e non quella negativa).
L’Orco numero tre è la famiglia lager, e vista come lager dagli operatori preposti alla valutazione. E gli operatori, come è ovvio, si devono assumere un ruolo da kapò. Insomma L’Orco è la polarizzazione spinta, tra bene e male, il che ovviamente presuppone una lotta epica e mai un incontro.
L’Orco numero quattro è la difficoltà reale di comprendere i modelli di una società complessa, di nuovi modelli familiari, di integrazioni malriuscite, di matrimoni che si sbriciolano, e del desiderio comune e collettivo che la Famiglia sia Sola ed Una, ed assomigli dannatamente a quella del “mulino bianco”. E è da Orchi anche il tentativo di tentativo di rendere tutto un pò più “bianco” e un pò più “mulino”.
L’Orco numero cinque è la dimensione del Potere che governa le nostre vite, amico o nemico, a seconda delle contingenze. Potere che ognuno vorrebbe vicino e amico per sentirsi legittimato e vorrebbe lontano quando questo rinnova la richiesta di responsabilità e pagamento di qualche “dovuto”.
L’Orco numero sei è la valutazione che una società fa dei propri lati bui, delle marginalizzazioni, delle sub-culture, delle zone d’ombra dei ghetti e dei “luoghi”, infine, che con le marginalità cercano un dialogo.
Infine ci sono i mille e mille Pollicini, i minori, la tutela, le famiglie, le professionalità, il dialogo, il confronto, la fatica di crescere e cambiare, e di concorrere a crescite e cambiamenti, c’è l’intelligenza delle scelte, un mondo/scenario mutevole e via discorrendo. Ossia tutto ciò che è piccolo, o non visto o non detto.
Infine una domanda: l’azione di Additare le Tane degli Orchi è la rivelazione della Nudità del Re? E’ l’atto di seminare le bricioline di pane per favorire la Fuga di Pollicino? Oppure che altro é?