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Grillini e grilletti

La mia bacheca facebook e’ un pezzetto di Italia, quella che leggo fuori dai giornali e conosco lontano dalla quotidianità’. Bacheca che si rivela straordinariamente piena, a mio avviso, anche di grilletti e grillini. Vedo svolgersi una battaglia a distanza, che si realizza sottile a suon di  commenti e link. Ovviamente trattandosi di contatti facebook non sempre c’è una interazione tra gli stessi, e io sono l’osservatrice basita da un’irrealistica battaglia involontaria, che si snoda tra diversi piani astrali! Continua a leggere


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Il paese dell’ #hashtag

Se vi foste persi le ultime sugli hashtag che girano su twitter, ecco – a seguire – un pò di link.

Ma in generale sembra che si possa osservare in questi “inghippi”, in cui ripetutamente si vanno ad infilare soprattutto alcuni personaggi politici, una certa fatica a capire non solo la rete o twitter; ma anche la difficoltà a rapportarsi con le intelligenze di molti, oltre a non pensare che la comunicazione non è mai unidirezionale.

Bisognerebbe avere qualche dato in più per capire come questi inciampi comunicativi abbiano davvero riverberato numericamente sulla rete, (twitter in primis) ma anche sui media tradizionali; ad esempio Sky ne ha dato notizia, per potere capire l’impatto numerico che hanno queste nuove modalità di comunicare, condividere, pensare, sui grandi numeri degli italiani.

Insomma il digital divide è forse davvero questo.

I numeri italiani della rete, probabilmente sono ancora lontani da quelli che hanno dato inizio alla cosiddetta “primavera araba” che ha squassato il nord Africa, e la cui onda lunga ancora si scuote in alcuni paesi, ed esplode  nel perdurante conflitto libico.

Insomma non mi immagino una primavera italiana e nemmeno la #italianrevolution di cui si discute su twitter. Ma nemmeno immaginavo, che attraverso twitter, si mostrasse in misura così potente l’insipenza di una certa politica, che vede i votanti come polli da spennare, pance vuote da riempire a spaventare, consumatori ottusi e facilmente imbrigliabili con lo slogan del mio detersivo fa il mio bucato più bianco del tuo.

Emerge invece una voglia di non essere ancora presi in giro, da buffi trucchetti da imbonitore, o da prestigitatore, e c’è una caustica “rivoluzione” che rigetta il trattamento da mononeurone (votatemi e penserò anche per voi).

C’è gente che pensa e ci tiene a continuare.

Tanto più che i votati mostrano vistose crepe nel pensiero anche più banalmente logico (causa effetto), e manifestano la stessa ottusità che vorrebbero vedere nei loro votanti; cadendo nel banale trucchetto di #Sucate, fingendo una capacità di comunicare con nuovi mezzi, che non funziona se non si è capaci di comunicare nemmeno nella quotidianità. Perchè comunicare è un meccanismo complesso, di azione e retroazione, di raffinazione comunicativa, di analisi, di pensieri, domande e chiarimenti, di mezzi e messaggi, di disturbi che vanno tenuti in scena, per permettere appunto di comunicare. Ma soprattutto prevede che all’altro si dia una legittimazione comunicativa.

cit. Wikipedia Watzlavick “gli autori attingono alla cibernetica (la disciplina che studia i processi di autoregolazione e comunicazione degli organismi naturali e dei sistemi artificiali) adoperando il concetto di “retroazione”, secondo cui “parte dei dati in uscita sono reintrodotti nel sistema come informazione circa l’uscita stessa”

Insomma e per finire, il voto non è una delega in bianco. E il mattino di twitter sembra rivendicarlo. Vediamo, a prescindere dai ballottaggi e del referendum prossimi venturi, chi sta cominciando a rivendicarlo come prassi nella vita quotidiana; anche per segnalare il fastidio di una politica vecchia, monodirezionale, che si trattiene solo sulla soglia del becero litigio, non avendo la capacità di comunicare davvero…

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I top hastag

La finta moschea illegale, e il responsabile twitter della Moratti che ci casca

http://www.ilpost.it/2011/05/23/letizia-moratti-twitter-sucate/

Red Ronnie accusa Pisapia di una azione che non può avere fatto dal momento che non è ancora sindaco

http://www.vanityfair.it/news/italia/2011/05/19/red-ronnie-vento-facebook-twitter-effetto-pisapia

Il boomerang generato dalle false Accusi delle Sindaco Moratti al suo avversario Pisapia  http://tg24.sky.it/tg24/politica/photogallery/2011/05/17/amministrative_2011_santache_quotes_moratti_giovanardi_pisapia_twitter_foto.html


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Ballarò, la paura, la politica e del dia-logos – in breve

Laddove le varie cose non si conciliano proprio.

Cota: la paura. Ho visto la paura, quella che non riuscivo a capire, verso l’altro. Si capiva che non era vezzo politico o da arruffapopoli. L’uomo mostrava una paura, che per me resta inesplicabile verso l’alterità araba. Così eletta ad insieme indifferenziato. D’altronde la paura non differenza. Paura così forte da non vedere nemmeno più gli uomini e le donne, che Franceschini evocava nella loro tragedia umana, di migranti, di gente persa in mare, ad un passo dalla speranza o dalla morte.

La politica: è brutta e triste, soprattutto in-intelligente, soprattutto verso noi ascoltatori ed elettori, sempre due passi indietro alla nostra intelligenza. Allorquando manca la capacità di capire le domande e non si vuole rispondere in modo consono alla domanda, come se nella nostra quotidianità chiedendo ad un amico “come stai?” quello ci rispondesse che “15 anni lui fa stava bene” e non capisce come mai allora non glielo si fosse chiesto… (!!)

Così non si capisce perchè non si possa comprendere le complessità: e mi spiego se è vero che è migliorata la capacità (grazie ad una politica accorta in tal senso) di recuperare l’evasione fiscale può al contempo essere anche vero che è aumentata l’evasione da altra parte, in virtù di una crisi economica preoccupante.

L’una questione non esclude (può non escludere) l’altra.

Noi riusciamo a capire la questione.

Un politico no. Pare.

Infine resta il dia-logo impossibile, (francamente fate una gran brutta parte a vedervi, quando vi credete soddisfatti di avere avuto la battuta più pronta) si parla di scarpe e si risponde parlando di asparagi e sapone da bucato …

Nella vita normale se in famiglia ci si parlasse così qualcuno comincerebbe a prenotare un a bella vistita psichiatrica.

Abbiate pazienza signori politici, non siamo così cretini, e sappiamo apprezzare – con il voto – una buona politica capace di governare, di spiegare programmi ed idee ma anche di cogliere le proprie insufficienze, che meriteranno correttivi.

Pazientate non vi vogliamo perfetti … ma capaci di rispondere alla complessità, che noi già nel nostro piccolo conosciamo, non è facile ma possibile …

E replico, fosse mai che la cosa divenga più chiara, non siamo stupidi come ci immaginate.