ok. oramai sono sempre più impelagata con le donne pensanti, in 3/4 progetti pensanti, nei blog e nella opera di condivisione in rete di un sacco di cose…
ma condividere qui questo mi sembrava importante, il blog è il mio orticello, casa mia, il mio io più struttrato e complesso nella sua dimensione digitale …
perciò:
fino ai 20 anni ho “festeggiato” l’otto marzo in manifestazione, poi portando una mimosa tra le mani, e successivamente regalandola alle mie colleghe del lavoro.
non ho mai fatto le uscite tra donne, la serata o la nottata di festeggiamenti.
mi è sempre sembrata fuori luogo l’uscita a veder lo spogliarello maschile.
(l’eros mi interessa ma non espresso al maschile, non usando lo stesso linguaggio comunicativo= spogliarello, porno, prostituzione, pagamento di una prestazione, osservare il sesso altrui etc )
non ho mai pensato che la parità fosse di essere come un uomo, fare le stesse cose, imitare e copiare, scimmiottare uno stile che non mi appartiene.
volevo e vorrei solo poter accedere alle stesse possibilità che ha un uomo e solo se queste mi interessano, soprattutto in ambito lavorativo, nello studio, nell’autonomia, nella valorizzazione e nel presidio di saperi femminili, nella parità di trattamento economico, nella libertà di azione, pensiero e scelta.
eppure proliferano i locali che pubblicizzano l’otto marzo come serata in cui andare con le amiche a vedere uno spogliarello maschile.
questo ci dovrebbe far sentire meglio?