Si sa che le femmine poco ci azzeccano con la matematica, e la figlia grande che ci florilegia mediamente di 8, 9, e 10 – in ogni dove (materie)- ….. in matematica si/mi dice di essere una tonta/una capra.
Colpa delle malefiche espressioni.
Anche la madre si pregiava di sentirsi una capratonta in matematica, d’altronde pure lei è femmina. Io appunto sono femmina, pare, non fosse altro per via della matematica.
Pensandoci bene poi, mi sono accorta che dispiaceva essere:
non solo una madre degenerata dell’essere femmina,
ma anche ignorante in matematica, quindi doppiamente colpevole …
Così mi sono rimessa a studiarle, ‘stè cavolo di espressioni, e i neuroni hanno scricchiolato penosamente. E la distrazione complice nella fatica, quella, è la stessa da trent’anni, capratonta e distratta, in surplus.
Tanto convinta di esser capratonta da mollare … la matematica al suo destino.
Alla fine ho capito che dispiace non sia possibile sbarellare questo destino femmineo, che ci vuole brave nella parlantina e capretonte in matematica.
Mi spiace che la figlia grande sappia già che questo stereotipo le appartiene, e suo “deve” non essere capace ….
Mi dispiace di aver intuito e di intuire che la matematica ha un suo fascino, una sua armonia, non dissimile a quella di tante altre materie, e che anzi è una opportunità … ma che la maneggio e la maneggerò sempre con la grazia di un coccodrillo, fuor d’acqua …
Però in seguito a questo … ho ordinato un simpatico libretto che spero mi aiuti a fare luce sui miei abissi matematici e mi insegni a divertirmi con la figlia grande facendo le odiate espressioni ….però …