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La politica, le criminal minds, la pietà e un pò di twitter

Della politica ne ho scritto (l’altro) ieri e cosi’ sono a posto con la quotidianita’ e la cronaca in tempo reale. Ma sarà meglio che mi muova perchè siamo già alla serata di #Annozero  …. seppure intravedo all’orizzonde una nuova dose di tosse/raffreddori/notti in bianco (per la figlia mini) che potrebbe mettere a rischio tale “visione”, di scannamento mediatico.

Nel frattempo, a proposito di politica, ho incrementato l’uso di twitter e ne ho pure capito (un pochino) l’uso che se ne puo’ fare. Un grazie speciale va alle compagne di strada dell’azione congiunta sulle #quoterosa e il resto lo sto cogliendo perchè seguo la valanga dei twit su #Egypt e #Libya. Da questi ultimi sono stata davvero impressionata, emozionata e coinvolta, e persino il mio compagno si è “appassionato” di twitter. Appassionato non è la migliore declinazione del termine, ma il pathos c’entra moltissimo con il flusso di parole che raccontano in 140 caratteri e minuto per minuto, pezzi di vita, paura, speranza, rivolta, sofferenza e a volte morte.

L’idea come si muova il mondo che stiamo seguendo attimo per attimo lo potete vedere è qui.

Ma cosa c’entrerebbe Criminal Minds?  E’ una battuta?!

No, e non parlo delle nostre menti criminali locali, ma della serie Tv. Che guardo in assenza di programmi political minds ..

Serie in cui le menti degli innumerevoli serial killer turbano i miei sonni e le mie visioni della serie.

Anche se resta, di fondo, la solita epica lotta del bene contro il male, dei buoni contro il male corrotto dell’anima, contro la follia più inconoscibile e crudele;

insomma della lotta che amo di più, sin da piccola, … la lotta contro il male,

dove il bene vince sempre.

Ma il bene non resta incorrotto e apollineo,

gli eroi del bene sono toccati, feriti nell’anima, alle volte anche nel corpo, sono per-turbati dalla mente malata e crudele del “altro”.

E alla volte nello svolgersi della storia vediamo anche la mente del criminale, alla genesi della sua crudeltà, prima dell’essere costretta a diventare crudele e distorta.

Così possiamo provarne pietà. Pietà resa ancora più facile da un fatto:

alla fine sappiamo che la soluzione arriverà, e il male sarà sconfitto. Gli eroi del bene ne usciranno più umani e toccati dal dolore di vittime e carnefici,

e più capaci di scegliere “per” le vittime.

Così non i nostri politici, e fra di essei sono molti che sono/si mostrano/sembrano (??)  impermeabili al bene e al male, incapaci di pathos verso gli altri;  intenti solo nella grande lotta: quella che fa vincere nel dibattito tv con la battuta che più audience.

Il cittadino, l’elettore, il paese o il popolo sono entità incorporee, numeri da governare. E i nostri “eroi” restano a sventolare stracci di bandiere che non rappresentano proprio più nulla, laddove si sia dimenticato che ogni voto, è prima una vita, un uomo, una donna, un diritto, un dovere, una persona, una storia …

Ci sono altre domande e questioni irrisolte ma le lascio a galleggiare nella metà del pomeriggio, appena riscaldato da un pò di sole.

 


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Ma chi cavolo sono questi uomini?

Stamane davanti allo specchio guardavo la mia faccia, conosciuta e rassicurante.

E pensavo.

E mi chiedevo chi siano i berlusconi, quelli piccoli piccoli, che alla mattina e davanti al loro specchio, si guardano la loro faccia, conosciuta e rassicurante … e assicurano al berlusconi major fiducia e sostegno.
Uomini di mezza eta’, come me, in fondo.

Ma dove hanno imparato che il modello berlusconi e’ quello in cui possono riconoscersi??

Da cinema e tv? Da padri e fratelli? Dal modello trucido e truzzo di un latin lover non ancora andato in soffitta? Da un 68 non capito allora e non metabolizzato oggi? Ma chi cavolo sono? Cosa pensano?
A quale parte irrisolta di se danno il consenso?

Mi vengono agli occhi le immagini dei film degli anni 60, laddove il modello culturale USA (mi) sembrava più ricco di tematiche, la frontiera, il lavoro, l’etica (lasciamo perdere i nativi americani riabilitati solo anni dopo), l’amore pudico e puritano ….Film che abbiamo visto alla televisione, mentre il cinema italiano di massa ci proponeva ben altro.

I piccoli berluscones a cosa son cresciuti? A pane e Alvaro Vitali, alla dottoressa del distretto militare, alle bonazze con la 4 di reggiseno, precursori dell’italiota classico espresso a natale, nei cinepanettoni.

Eccoli,  i piccoli ometti che apprezzano il berluscone major.

Evidentemente la “frontiera” non gli è rimasta dentro.


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Reti, acquisti, servizi, consapevolezza, marketing virali, mamme blogger e altre quisquilie non secondarie…

Vabbè .. è un post da smarronamento.

Imho.

Abbiate pazienza.

Anche per il titolo in stile Wertmuller !!

 

Il tutto parte dal fatto che … un signore cortese (un redattore), incaricato da una rete televisiva maggiore, mi invia una mail per il blog famiglia a strati chiededomi se ho fra le mani qualche famigliola ricostituita ma simpatica allegra e senza problemi, in perfetto stile cesaroni, che possa partecipare ad una trasmissione tv sulle famiglie ricostituite. Cortesemente gli spiego che non è cosa, e lui altrettanto cortese si scusa, spiegandomi che gli autori delle trasmissioni TV gli chiedon le più ben strane cose.

Per me la tv è troppo spesso un tritacarne emotivo e fatico a pensarmi in relazione con essa, quindi il mio diniego è ovvio. E poi non ne conosco molte (via blog), mentre ne conosco bene le fatiche connesse.

Ma la questione non è semplicemente la TV, media maggiore e decisamente ormai virato allo splatter emotivo.

La questione o una delle questioni “necessarie” per ragionare in modo consapevole, e lo dico come blogger un pò più consolidata non nella fama 🙂 ma nel numero di blog personali o collettivi gestiti e siamo a quota otto (mica pastina eh….!), insomma il nucleo è proprio la relazione che intercorre tra rete web, web 2:0, media e pubblicità.

In particolare guardo alle strategie che il mondo dei consumi (anche la tv è un mondo/modo/veicolo di consumo) e delle vendite/marketing.

Trovo, ovviamente legittimo che ognuno pubblicizzi e tenti di vendere i propri prodotti, lo fa il mondo dell’equo e solidale, lo fa il mondo del biologico, lo fa il mondo dei servizi sociali, la sanità. Magari cambieranno i modi e gli stili, ma credo che lo scambio delle merci e dei servizi, sia una attività umana sostanziale, e caratterizzata da una logica di scambio anche di relazioni umane.

Si tratta di capirne i dosaggi.

Ci sono una serie di progetti per i quali vendere prodotti e servizi è una attività umana, imperniata sullo scambio e la comunicazione, che veicolano uno scambio di saperi, oltre che di beni o servizi. In altri casi si finge che la comunicazione, e la relazione sia uno strumento per “ingabolare” l’altro e vendergli qualcosa anche in assenza di un bisogno vero e proprio.  Ma se capisco bene è “roba” diversa.

Capirete che leggere una cosa così lascia perplessi “

2.       sviluppiamo l’equilibrio fra valore aggiunto e offerte commerciali dedicate
3.       creiamo meccanismi promozionali capaci di toccare le corde emotive dei network
4.       adottiamo dinamiche di diffusione virale costruite sulle relazioni"

Aoè! Volete toccare le corde emotive dei network? Io sono in netwok e alle mie corde emotive ci guardo bene, e anche alla viralità ci guardo con grande e attenta curiosità e altrettanta istintiva diffidenza.

Mi piace che c’è chi dice che i mercati sono conversazioni, perchè la conversazione è un arte, uno scambio, una possibilità paritaria di ragionare sulla qualità, e trovo che sia un modo diverso dalla sollecitazione brutale dell’emotività (vi ricordate lo splatter tv su Avetrana, c’est la meme chose!).

Trovo che il web 2.0 vada usato per quello che è, possiamo anche fare finta che i network siano consumatori passivi (e lo siamo??) come quelli tv, ma a contro prova di questo io ho letto quell’articolo, io leggo e seguo le discussioni sulle mamme blogger “usate” come tester di prodotti*.

* Si, la famosa casa delle caramelle mi ha invitato a parlare delle sue caramelle.  Ho dato un altro diniego, sia perchè odio le caramelle che non siano la Golia (ehhehe), e perchè decido io su cosa ho voglia di parlare bene o male. L’ho fatto e lo farò. Non per virtù ma perchè sono una testaccia dura!

Breve lista link a discussioni interessanti o luoghi interessanti

Etichettati-ti ne parlano come mamme non ads, cioè che non vogliono la pubblicità ..

da Vere mamme se ne parla sia come “esperti” in materia ma anche no, è un esempio innovativo e ibrido di un contenitori sia di riflessioni sul “marketing”, ma anche sulla maternità e molto altro ancora … (non si puù sintetizzare questo “luogo”)

 

P.s.

Sto lavorando per un progetto nelle scuole, e i nostri consulenti alla “progettazione”, almeno per una piccola parte, sono i genitori. I quali sono stati coinvolto per aiutarci a capire se quello che vogliamo offrire (in questo caso si tratta del materiale informativo sulla scuola che i figli frequentano) è chiaro e comprensibile. Insomma la logica 2.0 comincia ad essere qualcosa che permea la nostra cultura, la possibilità e la volontà di scambio, comunicazione, interazione diventa un passaggio necessario. Spesso anche nei servizi (scuola, minori, disabilità) gli enti gestori si sono sensibilizzati all’incontro con le richieste dei fruitori, a volte chiamati in partnership a dare voce ai loro bisogni, per progettare in modo più efficace e rispettoso.