Comincio dalla fine di questo articolo del Corriere
E … UNO
A me, la maria star fa anche tenerezza, e lo dico sul serio, in quella volontà di potenza che deriva dal non sapere quasi nulla di una vita che verrà. Del pensare che la carriera viene prima anche di se stesse, del tempo per sapere chi si è e chi si diventerà. La maria star sembra una donna grande, adulta, consapevole e con quel suo particolare cipiglio, quella serverità che ben si attaglia ad un ministro dell’istruzione.
E DUE …
Nessuna mistica della maternità, ma è una questione che ti cambia la vita, non è meglio o peggio. Ma cambia. Ed hai un figlio in pancia per 9 mesi, nella tua pancia. Ci sono paure e rischi. C’è la responsabilità verso un altro, che se (IO) dovessi fare tenere le mie figlie solo da altri – perchè devo subito tornare a lavorare – non farei figli.
Se non stessi con loro, se non mi preoccupassi di farle crescere ed andare, se non potessi coccolarmele o incazzarmi perchè fanno danni, se non potessi aver bisogno di un pò di ossigeno per me … insomma se non mi vivessi la maternità per ciò che è …
Mica sono uno status symbol, i figli dico, come lo è una borsa di prada. Qualcosa da “avere”.
Si fanno perchè c’è qualcosa da lasciare, da passare, di sè e della propria vita, qualcosa che ci trascende. Mica perchè lo dico io, ma perchè il DNA ha leggi più forti e ineludibili anche del Ministro della Pubblica Istruzione o quel che è ….
E TRE
Sarà che quel pochissimo di zen che ho dentro dice che il bersaglio è dentro di noi e non fuori; e la carriera perde il suo senso se non ci permette di realizzarci come interezza, così come avviene parallelamente per la maternità, quando e se rinuncio a me stessa per essere madre …. Se il mio bersaglio diventa fare carriera, essere la ministra irreprensibile che non perde un colpo, e mostrare a tutto e tutti che sono la più brava a varare leggi mentre partorisco. Spingo e voto, voto e spingo.
E QUATTRO
Ma come funziona ‘sta cosa? Mi sembra che manchi un salto concettuale, uno che presidia e legifera sulla formazione, istruzione, educazione di una intera nazione è il primo che rinuncia a fare proprio quello che si propone di far fare agli altri.
Invece di fare tanto la superdonna, che a-noi-mamme-se permette-un pò-più-scafate, puzza già sin dall’inizio, perchè la mariastar non si mette a pensare al suo problema di come sono gli asili per il suo e i nostri bimbi, e le scuole e via dicendo, perchè non pensa che proprio perchè immersa nel flusso della (propria) maternità potrà capire qualcosa di nuovo e diverso sull’educare e insegnare.
Perchè non pensa che se si, acc, avrà bisogno purtroppo della baby sitter sarà meglio che sappia lavorare o che abbia un buon inquadramento formativo, o che vorrebbe tanto un asilo nido “Aziendale” nelle bouvette, per potre fare il suo lavoro sapendo che può anche correre dal suo cucciolo per la pappa…
Non grazie maria star dal tuo fare la super donna non impariamo nulla, dalla tua fatica molto di più soprattutto se poi diventa leggi buona per le madri e le famiglie, che contemplino la convivenza per tutti tra lavoro e affetti e bebè. Proprio grazie al doppio ruolo di donna gravida e parlamentare hai la possibilità di imparare e pensare cose più adeguate. Sarebbe un peccato non sfruttare proprio questa chance che ci permette la maternità.
Imparare,
insegnare,
imparare ad imparare,
imparare ad insegnare,
insegnare ad imparare.
Ecco l’ho detto. Male che le vada ci sono sempre le mamme blogger che scafate lo sono ... (it mom promette aiuto e noi pure!!!)